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Influenza: picco in arrivo
Sono 455.000 (ma le stime già parlano di 500.000 ad oggi) gli italiani colpiti finora dall'influenza, secondo i dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità dai medici “sentinella” (Medici di Medicina Generale e Pediatri di libera scelta) e raccolti nel database on line Influnet, gestito dal Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto.
Carta dei Servizi della Continuità assistenziale Cosa deve sapere il cittadino
La carta dei servizi è uno strumento elaborato dalla ASL Bari in intesa con le OO.SS. di categoria con lo scopo di migliorare l'informazione e facilitare l'accessibilità al servizio dell'utenza.
Il servizio di Continuità Assistenziale è parte integrante del SSN e garantisce la continuità dell'assistenza medica al termine dell'orario di servizio dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta.
Il medici addetti alla Continuità assistenziale sono liberi professionisti convenzionati con il SSN. Le modalità di erogazione del servizio, i compiti, gli orari di accessibilità alle strutture sono normate dall'ACN di categoria (Atto d'Intesa Conferenza Stato Regioni repertorio 2272 del23 marzo 2005) e dall'AIR (D.G.R. 2289 del 29/12/2007- BURP N. 10 del 18/01/2008).
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Giunta regionale approva accordo per abbattimento liste di attesa in Sanità
Visita cardiologica, endocrinologia, oculistica, mammografia (escluso screening), Tac torace, Tac addome superiore, inferiore e completa, Risonanze magnetiche cervello, tronco encefalico, pelvi, prostata, vescica, muscoloscheletrica, colonna vertebrale. Ecografia capo e collo, ecocolordopler cardiaca, dei tronchi sovra aortici, dei vasi periferici, ecografia addome, ecografia mammella, colonscopia, sigmoidoscopia, esofagogastroduodenoscopia, elettrocardiogramma, Holter, elettrocardiogramma da sforzo, fondo oculare, elettomiografia. Sono queste le analisi strumentali oggetto dell'accordo approvato oggi dalla Giunta regionale per l'abbattimento delle liste d'attesa, presentate in conferenza stampa dal presidente Vendola e dall'assessore al Welfare, Elena Gentile
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Riforma Medicina generale: il parere del Dott. Luigi Aprile
È partita la campagna di vaccinazione antinfluenzale!
Il Ministero della Salute raccomanda la vaccinazione alle persone con età maggiore di 64 anni e a coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni secondarie a causa dell'età o di patologie, come disordini cronici di tipo respiratorio o polmonare (asma compreso), malattie metaboliche croniche (diabete mellito, disfunzioni renali, immunodepressione dovuta o meno ai farmaci, patologie emopoietiche, sindrome da malassorbimento intestinale, fibrosi cistica, malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi) o quando sono previsti interventi chirurgici di una certa entità.
Inoltre, il vaccino è fortemente raccomandato a bambini a partire dai sei mesi d'età ed agli adolescenti (fino ai 18 anni d'età) che sono stati sottoposti ad una terapia a lungo termine a base di aspirina (acido salicilico) perché l'uso di questo farmaco aumenta la probabilità di sviluppare, successivamente all'infezione influenzale, la sindrome di Reye.
Infine, la vaccinazione è raccomandata a tutti coloro che svolgono funzioni lavorative di primario interesse collettivo o che potrebbero trasmettere l'influenza a persone ad alto rischio di complicanze.
Medici affianco ai cittadini per un SSN piu' efficiente
L'Ordine dei Medici di Bari ha avviato una campagna di informazione attraverso manifesti e inserzioni sui principali giornali locali per rafforzare l'alleanza con i cittadini per un servizio sanitario più efficiente basato su un solido rapporto di fiducia tra medici e cittadini.
In vigore dal 3 Novembre la patente centralizzata
Il Decreto del MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 9/8/2013, che entrerà complessivamente in vigore in data 3/11/2013, stabilisce che, all’atto dell’esito favorevole della visita medica finalizzata al rinnovo della patente di guida, i sanitari consegneranno immediatamente all’interessato una ricevuta e che tale ricevuta medesima, posto che i sanitari stessi dovranno trasmettere telematicamente all’U.C.O. del Dipartimento dei Trasporti una comunicazione del relativo certificato medico comprensivo di fotografia dell’interessato medesimo, è valida ai fini della circolazione fino al ricevimento del duplicato della patente di guida, rinnovato nella validità, e comunque non oltre sessanta giorni dalla data di rilascio;
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Ospedali senza frontiere scatta la libertà di curarsi in tutte le città d’Europa
L’appuntamento è tra il 25 ottobre prossimo e il 4 dicembre, quando gli Stati membri dovranno recepire una direttiva Ue del 2011 che applica ai malati i principi già in vigore per merci e servizi. Il senso della norma è chiaro: chi vive nell’Unione deve poter usufruire della sanità ovunque all’interno della stessa, e non solo, come già avviene, per problemi urgenti che possono capitare a turisti e viaggiatori. Un concetto semplice ma di applicazione piuttosto complicata. Per questo gli Stati stanno pensando di sfruttare gli articoli della direttiva che concedono di mettere alcuni paletti. Si vuole evitare ad esempio che partano troppe persone dai Paesi poveri verso quelli più ricchi e con ospedali migliori, e allo stesso tempo che questi ultimi si ritrovino a curare molti più malati del previsto, con gravi conseguenze sulle liste di attesa. E così potrebbe essere richiesta un’autorizzazione preventiva da parte delle autorità sanitarie per chi vuole andare all’estero. Anche l’Italia sta pensando di renderla obbligatoria. Del resto, già oggi sono molte di più le persone che dal nostro Paese partono per l’estero di quelle che entrano. Un trend che al ministero vogliono invertire. La nuova normativa metterà in concorrenza la sanità degli Stati membri e a Roma sono convinti che la qualità dei centri di eccellenza italiani attrarrà molti pazienti.In base alla direttiva, uno Stato che decide di rendere obbligatoria l’autorizzazione preventiva deve dare comunque il via libera a spostarsi quando nelle sue strutture ci sono attese troppo lunghe per quella prestazione. Può invece rifiutare il permesso se rileva un rischio per la salute del paziente nella scarsa qualità della struttura da lui scelta. C’è inoltre un aspetto che rischia di ridurre i casi di emigrazione sanitaria. Secondo le norme tocca al cittadino anticipare il costo dell’intervento all’estero.
Dopo, il suo Paese gli rimborserà la spesa in base al valore che riconosce per quel determinato atto sanitario. Se in Francia un’operazione costa 5 mila euro e in Italia 4 mila, chi si sposta spenderà mille euro di tasca sua. Se invece il valore della prestazione all’estero è inferiore, si potrà chiedere il rimborso di una parte del viaggio. Per certe prestazioni di alta specialità esiste già un regolamento europeo che prevede che il paziente non anticipi niente, sempre se autorizzato. Gli Stati dovranno rendere noto ai propri cittadini quale dei due sistemi è più conveniente. A ben guardare la direttiva, che prevede anche la validità delle prescrizioni mediche in tutti gli Stati membri, introduce una innovazione importante anche per chi non vuole spostarsi. Gli Stati infatti devono mettere online i dati sull’assistenza prestata dai propri ospedali.
Vanno cioè creati dei siti, e il ministero alla Sanità lo sta già facendo, in cui si elencano le varie strutture e l’efficacia delle cure che offrono. Inoltre devono essere disposti dei “punti di contatto” telefonici attraverso i quali dare informazioni sugli ospedali. Quello italiano è già pronto, all’inizio sarà in grado di rispondere in tre lingue. Michele Bocci (Repubblica)
Curarsi è un lusso!
Dossier del "Corriere Salute" del 6/10/2013
«Quest'anno per la prima volta abbiamo registrato tra i principali ostacoli nell'accesso alle cure anche il "peso" dei ticket sulla diagnostica e la specialistica — conferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale dei diritti del malato — . I cittadini che ci contattano ritengono il superticket una "tassa sulla salute" ingiusta, che li costringe sempre più spesso a rinunciare alle cure o a rimandarle, oppure a pagare di tasca propria quando, per esempio, c'è il sospetto di una malattia grave. E i disagi maggiori li stanno affrontando coloro che vivono in Regioni sottoposte ai cosiddetti piani di rientro». Fermo restando che, secondo i dati del Ministero della Salute, circa 6 italiani su 10 usufruiscono di esenzioni (per patologia, per reddito o per altre condizioni, vedi articolo a destra), per gli altri che devono sottoporsi a esami o visite, i superticket stanno diventando un salasso, per molti insopportabile. E, da un anno all'altro, sono diminuite di quasi il 9% le prestazioni specialistiche ambulatoriali, come rilevano i dati raccolti in 11 Regioni dall'Agenzia nazionale dei servizi sanitari (Agenas) nell'ambito del programma ReMoLet (Rete di Monitoraggio Lea tempestiva).
Gli ospedali pugliesi penultimi in Italia
Questo è il dato risultante dal rapposto dell'Agenas: tempi lunghi e alta mortalità
Se avete l'infarto acuto del miocardio forse è meglio non andare al Di Venere di Bari: la mortalità a 30 giorni dal ricovero è del 26,15 per cento, cioè la seconda più alta d'Italia, dopo quella dello Sma di Pordenone.
Mentre al San Paolo solo nello 0,25 per cento dei casi l'infarto del miocardio viene trattato con angioplastica coronarica entro 48 ore. Ma le cose non vanno meglio quando si parla di ortopedia.
I tempi di attesa per un intervento chirurgico al collo del femore all'ospedale di Casarano è di 13 giorni come al Teresa Masselli di Foggia, ovvero gli stessi del Loreto Mare di Napoli. In parole povere, i più alti d'Italia. Mentre il ricorso ai parti cesarei al Tatarella di Foggia o allo stabilimento ospedaliero di Ostuni riguarda, rispettivamente, il 67,64 e il 66,67 per cento dei casi.
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