Piano di Rientro Puglia: Documento dei Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri
ORDINI DEI MEDICI CHIRURGHI ED ODONTOIATRI DI PUGLIA DOCUMENTO SU PIANO DI RIENTRO E RIQUALIFICAZIONE DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE 2010/2012. MODIFICHE E INTEGRAZIONE AL REGOLAMENTO REGIONALE 16/12/2010, N.18 E S.M.I. DI RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA DELLA REGIONE PUGLIA (DGR n. 1110 del 05/06/2012
Al Presidente della Regione Puglia
Al Presidente del Consiglio Regionale
All'Assessore regionale alle Politiche della Salute
Loro Sedi
I Presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri delle Province della Regione Puglia, riuniti in Bari il 15 giugno 2012, per esaminare gli effetti della riorganizzazione del Servizio Sanitario Regionale sull’esercizio della professione medica e sull'assistenza sanitaria,
− che il Servizio Sanitario della Puglia è stato storicamente basato su una molteplicità di strutture ospedaliere (fino all'inizio del 21° secolo era attivi ben oltre cento ospedali pubblici, oltre le strutture ospedaliere private) e su una rete di assistenza territoriale, costituita essenzialmente dagli ambulatori dei medici di medicina generale/pediatri di libra scelta e, in misura minore, da ambulatori specialistici distrettuali, insufficiente a garantire, con questo modello organizzativo, tutti quei servizi assicurati sinora in maniera non appropriata dagli ospedali;
- che la necessaria riqualificazione dell'assistenza ospedaliera, orientata a offrire prestazioni assistenziali appropriate legate all'emergenza/urgenza e alle patologie acute, ha indotto la Regione Puglia ad adottare atti - come quelli relativi al riordino ospedaliero - che avessero anche l’obiettivo di rispettare gli standard stabiliti dalla programmazione nazionale, sulla base delle più recenti acquisizioni scientifiche in ambito di organizzazione sanitaria e ospedaliera.
− Pur tuttavia, la doverosa e necessaria riduzione del numero degli ospedali (attualmente 42 presidi pubblici) e del numero di posti letto non ha portato ad una riqualificazione dell'assistenza ospedaliera e sanitaria, in generale per le seguenti motivazioni:
1. salvo poche eccezioni (rari ospedali di comunità, etc) non vi è stato il contemporaneo potenziamento della medicina del territorio, in termini di risorse umane e materiali e modalità organizzative, per far fronte alle necessità assistenziali derivanti dai bisogni sanitari prima soddisfatti, sia pure in maniera inappropriata, dalle strutture ospedaliere disattivate nell'ultimo decennio.
2. Il riordino ospedaliero si è limitato, nei fatti, alla disattivazione di piccole e spesso fatiscenti strutture, senza tenere in debito conto che l'efficienza degli ospedali va perseguita e valutata su requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi (come ben documentato dalle normative nazionali e regionali in materia di accreditamento). In particolare:
a) requisiti strutturali: l'attuale rete ospedaliera (circa 42 ospedali per poco più di 4 milioni di residenti) è ancora pletorica e obsoleta: alcuni ospedali risalgono addirittura a oltre un secolo. È urgente e indifferibile la costruzione di nuovi ospedali, di circa 400 posti letto rispetto a un bacino di circa 200 mila utenti, riprendendo quanto già previsto dal Piano Regionale della Salute 2008-2010 e mai attuato;
b) requisiti tecnologici: salvo pochi atti regionali di programmazione per alcune grandi tecnologie (es. PET/TAC) ancora da realizzare, è urgente un Piano regionale delle tecnologie biomediche, che permetta alle strutture sanitarie di utilizzare con efficienza quanto viene offerto dalle scienza e dalle tecnologie biomediche.
c) requisiti organizzativi: la storica carenza di personale medico e sanitario (già determinato con il blocco delle assunzioni nel 2000-2005) non ha mai permesso l'attuazione di modelli organizzativi che permettessero la piena funzionalità nelle 24 ore delle strutture. Il vigente blocco del turn over ha aggravato la situazione in quanto il personale effettivamente collocato a riposo ha raggiunto il 5-6% per anno del personale in servizio, molto più di quanto previsto (1-2%) dal Piano di Rientro.
Inoltre, la vicenda degli ex stabilizzati rischia di determinare la chiusura di molte unità operative per mancanza di un numero sufficiente di personale sanitario in grado di garantire i turni e assicurare il servizio. Rispetto agli standards nazionali per specialità il numero di medici per posto letto è scandalosamente al di sotto dei livelli minimi.
− pertanto, la verifica ed il rispetto degli standars di cui sopra per garantire la sicurezza del personale in servizio, la qualità e la corretta erogazione dell’assistenza.
ribadiscono
− quanto già evidenziato nei precedenti documenti e, in particolare, la denuncia delle gravi criticità assistenziali e dell'impossibilità ad assicurare i livelli essenziali di assistenza in molte aree della Regione, mettendo a rischio il lavoro degli operatori e il diritto alla salute dei cittadini.
dei risultati pubblicati nell’VIII° Rapporto Sanità del CEIS che vede la Regione Puglia agli ultimi posti nella classifica che valuta le performance dei SSR, confermando le preoccupazioni sinora espresse circa il mancato rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza, che oggi purtroppo trovano conferma in dati scientifici indipendenti.
− ad abbandonare la logica dei tagli e della riduzione indiscriminata dell'assistenza,
− ad adoperarsi con ogni mezzo per impedire un ulteriore depauperamento del personale sanitario,
− ad affrontare le problematiche inerenti il governo della domanda e dei bisogni sanitari contemporaneamente alla riorganizzazione dell'offerta delle prestazioni e servizi sanitari,
− a rinunciare all’affidamento ad altre figure sanitarie compiti peculiari dei medici, come la presa in carico dei malati cronici, vedi progetto Nardino, − ad intraprendere la via del miglior utilizzo delle risorse disponibili con una politica sanitaria di programmazione e pianificazione, che metta in una visione d'assieme strutture, tecnologie e risorse umane, in ambito sia territoriale che ospedaliero,
− ad aver più coraggio nell’intraprendere la strada del rinnovamento del servizio sanitario regionale, abbandonando le logiche campanilistiche e quelle, pur comprensibili, del consenso partitico per sposare quelle del bene comune anche attraverso la concertazione e la condivisione da parte degli Enti Locali e degli operatori sanitari.
− la propria disponibilità a collaborare al superamento delle attuali criticità assistenziali mediante un continuo e serrato confronto, con il coinvolgimento delle professioni sanitarie e dei cittadini, così come più volte richiesto anche dalle organizzazioni rappresentative dei medici, più volte promesso ma nei fatti sempre disatteso.
− documento sull’VIII° rapporto sanità del CEIS. Bari, 15 giugno 2012
o Filippo Anelli - Presidente dell'Ordine di Bari
o Benedetto Delvecchio - Presidente dell'Ordine di BAT
o Emanuele Vinci - Presidente dell'Ordine di Brindisi
o Salvatore Onorati - Presidente dell'Ordine di Foggia
o Luigi Pepe - Presidente dell'Ordine di Lecce
o Cosimo Nume - Presidente dell'Ordine di Taranto