Invalidi scoperti 120 truffatori
Repubblica Bari
MARA CHIARELLI Una piccola dimenticanza che permetteva di mettersi in tasca anche trequattro mila euro in pochi mesi. Era il sistema escogitato da numerosi titolari di indennità di accompagnamento delle province di Bari e Bat, scoperti dalla guardia di finanza di Molfetta. Almeno 120 coloro i quali avrebbero truffato l'Inps per un totale di 85 mila euro. L'escamotage usato dai presunti truffatori si imperniava su un modello speciale, il "modello invalidità civile ricovero", che è una autodichiarazione firmata dai titolari di indennità di accompagnamento o assegno sociale quando vengono ricoverati in strutture sanitarie a totale carico della Asl di appartenenza. In quei casi, se superano i 30 giorni di ricovero, l'indennità di accompagnamento viene sospesa dall'Inps oppure, se si tratta di assegno sociale, viene decurtato per il 50 per cento.
Numerosi pazienti, residenti nei Comuni di Molfetta e Terlizzi, al contrario omettevano di presentare il modello (va presentato entro il 31 marzo di ogni anno) o lo falsificavano. Il risultato era quello di intascare i 500 euro dell'indennità di accompagnamento, a volte sommati con l'assegno sociale di 300 euro, mentre si restava ricoverati in una struttura ospedaliera pubblica (come il Policlinico di Bari) oppure in una riabilitativa socio-assistenziale e socio sanitaria, delle province di Bari e Bat, come la Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie. Il tutto a carico delle due Asl di competenza, e spesso per alcuni mesi.
Ai 120 truffatori, che devono rispondere anche dell'accusa di falso, i finanzieri di Molfetta sono arrivati incrociando migliaia di dati, attinti dai registri di Inps, Asl e Regione Puglia. Almeno un migliaio quelli messi sotto osservazione. E da questo bacino di nominativi, sono stati segnalat i 120 persone "irregolari". I nominativi sono già stati trasmessi alla Procura della repubblica di Trani, che ha aperto un fascicolo d'inchiesta con le ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato e falso ideologico, e a breve sarà affidato ad un pm. Le indagini, che hanno preso spunto da un'attività condotta a livello nazionale, ora proseguono sugli altri nominativi, e nel contempo si punta al recupero di quelle somme delle quali l'Inps è creditore.
Non è di certo la prima volta che l'istituto di previdenza sociale si trova a dover recuperare somme indebitamente percepite con truffe di vario tipo. Tra i destinatari, anche molti esponenti di clan mafiosi del barese, che grazie alla complicità di medici e funzionari, hanno ottenuto numerose indennità, vivendo a spese dello Stato per anni. Mentre, dagli accertamenti fatti dagli inquirenti, emergevano patrimoni illeciti, costruiti con soldi sporchi, ma di elevate proporzioni.