Per 9 medici su 10 cresce il numero dei pazienti che non possono permettersi di curarsi
Pazienti che rinunciano a curarsi. Situazione esplosiva al Sud: il rapporto tra salute e povertà assume contorni drammatici in regioni meridionali come la Puglia. È quanto emerge dai dati riferiti alla Puglia del sondaggio CGM Health Monitor, in collaborazione de Il Sole-24Ore Sanità e dell’Omceo della Provincia di Bari.
Se il dato nazionale vede l’80% dei camici bianchi convinto che il numero dei pazienti che ha rinunciato a curarsi per ragioni economiche è aumentato negli ultimi anni, la percentuale sale all’88% per la Puglia: vuol dire che quasi 9 medici su 10 nella loro pratica quotidiana si trovano di fronte a pazienti che non affrontano le terapie o gli esami diagnostici prescritti perché non possono permetterselo.
Secondo i medici pugliesi i pazienti rinunciano più spesso a cure odontoiatriche (per l’82% dei medici), fisioterapia e terapie riabilitative (per il 68%), ma anche esami diagnostici (per il 57%) e farmaci (per il 18%). Secondo il 39% dei medici pugliesi i loro pazienti hanno spesso rinunciato per ragioni economiche ad esami o a terapie essenziali per il proprio benessere.
Un medico su 4 (il 27%) - ben superiore alla media nazionale (20%) - ritiene che la percentuale di pazienti che rinunciano a curarsi per ragioni economiche sia del 35% o superiore.
Con gravi conseguenze: diabete, obesità, ma anche malattie psichiatriche sono le patologie che secondo i medici pugliesi si sono diffuse di più a causa della rinuncia a curarsi per ragioni economiche, con potenziale pericolo per la salute pubblica.
Il sondaggio ha indagato il rapporto tra medicina e condizione di povertà dal punto di osservazione dei medici delle cure primarie, coloro che quotidianamente, nella pratica clinica e nell’attività professionale, si confrontano con le scelte dei pazienti in materia di salute e con le difficoltà che questi incontrano in ambito sanitario.
A livello nazionale l’indagine ha coinvolto 1.019 medici delle cure primarie (805 MMG e 214 PdF) nel periodo 7-13 marzo 2016. Per l’80% di loro il numero dei pazienti che ha rinunciato a curarsi è aumentato negli ultimi anni, e le rinunce riguarderebbero in prima battuta, per un quarto del campione, i farmaci: medicinali o terapie salvavita per il 74% del campione, terapie essenziali per il 40% e indagini diagnostiche essenziali per il 36% degli intervistati.
La rinuncia a curarsi per ragioni economiche è «talvolta» causa di maggiore diffusione di malattia per il 57% dei medici italiani intervistati e lo è «spesso» per 3 medici su 10 (il 31 per cento).
“L'OMCeO di Bari ha promosso questo sondaggio perché come medici negli ultimi anni di crisi abbiamo visto crescere il disagio dei pazienti rispetto al costo delle medicine e degli esami diagnostici, con conseguenze sulla loro salute, ma anche sulla relazione di cura - spiega Filippo Anelli, Presidente OMCeO Bari - Le criticità derivanti dal connubio malattia-povertà sono purtroppo confermate dai risultati della ricerca portata avanti in collaborazione con Il Sole 24 ore: secondo l'80% dei medici negli ultimi anni è aumentato il numero di pazienti che rinunciano a curarsi per ragioni economiche. La povertà espone infatti le persone a fattori di rischio comportamentali per determinate patologie, e l’insorgere di queste ultime, a sua volta, può diventare un elemento fondamentale nell’innescare la spirale discendente che conduce le famiglie alla povertà. Inoltre, come Ordine di Bari non possiamo non constatare come la situazione sia più esplosiva al sud e apra una "Questione meridionale" in Sanità, che bisogna affrontare rivalutando i parametri di attribuzione del fondo sanitario. Al momento infatti le risorse vengono assegnate in base a fattori demografici come l’invecchiamento della popolazione che penalizzano le regioni del sud – storicamente caratterizzate da una popolazione più giovane – e non tengono in considerazione fattori socio-economici come la povertà e la scarsa consapevolezza culturale. Nell'epoca dei tagli non si può continuare a far finta di ignorare che se un farmaco è a pagamento un cittadino settentrionale mediamente vi accede più facilmente rispetto ad un cittadino meridionale.
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